Viaggio nel tempo: nella Catania di Ugo Saitta

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Di Santi Maria Randazzo

Dall’interessante lettura del lavoro in digitale realizzato dal prof. Alessandro De Filippo, dell’Università di Catania, avente come titolo: “ Ugo Saitta – un album di ricordi – analisi di una stagione cinematografica“, edito dalla Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale in occasione del centenario della nascita del regista catanese, apprendevo che uno dei collaboratori di Ugo Saitta in diversi lavori era stato “ tale” Giuseppe Beretta, di cui non si riscontravano nel testo ulteriori notizie che potessero permettermi di identificare con precisione chi fosse costui.

Ugo Saitta, come ci ricorda Franco Lamagna, era: “Figlio  di Vincenzo (“L’avvocato degli umili”) – che fu deputato socialista nel primo dopoguerra e coraggioso compagno di lotta di Giuseppe De Felice – Ugo Saitta ( Catania 1912-1983) manifesta prestissimo la vocazione all’uso della macchina da presa, compiendo appena sedicenne le prime esperienze cinematografiche […].”. ( 1 ) La mia curiosità di scoprire che fosse questo Giuseppe Beretta collaboratore di Ugo Saitta, nasceva dal fatto che il mio professore di italiano al Magistrale Giuseppe Lombardo Radice era stato il prof. Giuseppe Beretta, proveniente dalla Normale di Pisa, da una collaborazione con Natalino Sapegno e da una partecipazione alla squadra nazionale di bridge. Decisi, pertanto di approfondire la questione, dato che il Prof. De Filippo mi aveva informato che non era stato possibile acquisire ulteriori notizie che permettessero di identificare chi fosse Giuseppe Beretta, collaboratore di Ugo Saitta.

Per tentare di avere notizie dirette mi sono messo in contatto con la famiglia del mio professore di Italiano il cui figlio, Fabio, era stato mio compagno di squadra nel Cus Catania Rugby. Da Fabio e da sua madre, la prof.ssa Antonella Romano, ho avuto la conferma che il collaboratore di Ugo Saitta era proprio il mio professore di italiano, che i due erano grandi amici e che anche le famiglie si frequentavano. Il presente articolo ha il solo scopo di identificare con esattezza chi fosse l’amico-collaboratore di Ugo Saitta, Giuseppe Beretta, e di dare una, seppur modesta, testimonianza al contesto amicale e letterario che faceva perno sulla figura di Ugo Saitta, laddove, secondo i ricordi di Tuccio Musumeci, Beretta ricopriva un ruolo centrale.

Gentilmente la prof.ssa Romano mi ha fornito le copie di sette foto inedite, delle quali una pubblicata a corredo del presente articolo, che ritraevano Giuseppe Beretta, mentre “ girava” assieme ad Ugo Saitta, mentre preparavano scene e scenografie per i lavori che stavano realizzando, foto assieme alla moglie di Ugo Saitta, Rita Consoli, foto che ritraevano i due inseparabili amici mentre giocavano con i “ Pupi Siciliani”. E mentre rivedevo quelle foto ho rivisto il mio professore di italiano, che tanta parte ha avuto nella formazione culturale di centinaia di allievi, che era capace di trasformare l’aula in un palcoscenico ed una lezione in una recita, con tanto di azioni mimate, come quando ci spiegava l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, mimando i passi dei pupi siciliani, con Orlando che faceva roteare la durlintana. Dagli ulteriori approfondimenti tramite i giornali dell’epoca e dalla testimonianza fornitami dal noto attore Tuccio Musumeci scoprivo, inoltre, che un altro mio professore delle Magistrali era stato collaboratore di Ugo Saitta, il prof. Sebastiano Milluzzo; dalla lettura dei giornali dell’epoca ho avuto la riconferma del rapporto di collaborazione tra Ugo Saitta e Sebastiano Milluzzo. Dall’intervista realizzata con la figlia di Ugo Saitta e Rita Consoli, la nota regista ed attrice Gabriella  Saitta avevo la conferma che il rapporto di fruttuosa collaborazione tra Ugo Saitta e Giuseppe Beretta era connotato da una grande amicizia tra i due che si estendeva alle famiglie. Gabriella Saitta ricorda che nelle occasioni in cui i suoi genitori erano in viaggio per motivi di lavoro, veniva spesso collocata presso i coniugi Beretta-Romano e che, in particolare ricorda con piacere le allegre scampagnate che erano soliti fare ed a cui lei partecipava; ricorda che Giuseppe Beretta era “Una figura solare”. Dai ricordi di Gabriella Saitta emerge con chiarezza che i tre autori che in misura maggiore collaboravano letterariamente ai testi dei lavori di Ugo Saitta erano, oltre Giuseppe Beretta, Pippo Fava e il Prof. Caponnetto ed altri ancora. Gabriella Saitta, inoltre, ricorda che: “ In quel periodo la nostra casa di via Cibele 111, che da mio padre era stata attrezzata come un set cinematografico, era il luogo di riunione di tutti gli amici e collaboratori di mio padre. Capitava spesso che la sera rimanessero in molti a cena; in queste occasioni mia madre si metteva i fornelli e preparava da mangiare per tutti.”

Su queste cene improvvisate a casa Saitta si innestano i ricordi del noto attore Tuccio Musumeci che ricorda come Rita Consoli, allorchè i collaboratori-amici del marito rimanevano a cena, non facesse quasi mai mancare a tavola due dei piatti preferiti da Ugo Saitta: le patate fritte e la frittata di cipolle.

Certamente una delle prime collaborazioni documentate tra Ugo Saitta e Giuseppe Beretta è stata quella che ha dato vita al lavoro “Il carretto siciliano” , come documentato dall’articolo a firma “enfer” pubblicato dal “ Corriere di Sicilia” il 28 giugno 1955. Così l’articolo: “Saitta in questo documentario ha legato la visione della strada siciliana a quella del carro che la percorre, carro pittorico, diciamo, in cui sono riportate le più popolari storie d’amore che rimontano a lontane epoche in cui la leggenda si mescola con la realtà. “ Il carretto siciliano” che è girato in ferraniacolor, è stato sceneggiato dallo stesso Saitta e da Giuseppe Beretta che ha inoltre curato il commento parlato. […] Sebastiano Milluzzo ha anche lui una parte importante nella fatica di Ugo Saitta. Sue infatti sono le persuasive pennellate pittoriche.”(2) La prima opera per cui viene documentata la collaborazione tra Ugo Saitta e Giuseppe Beretta è quindi “Il carretto siciliano”, che assieme a “I pupi siciliani” sono: “ […] entrambi del ’54.” (3)Una delle collaborazioni tra Ugo Saitta e Giuseppe Beretta che ebbe maggiore visibilità, non solo per la polemica che ebbe posto sulla stampa ma anche perché venne successivamente trasmesso dalla RAI, fu il documentario con commento sonoro, girato nel 1955, intitolato “ Catania Barocca”. Il 6 maggio 1961 così scriveva “ La Sicilia”: “ Suggestivo il documentario di Ugo Saitta alla TV – Catania Città Barocca – Un ottimo “ Parlato” di Giuseppe Beretta ed eccellenti musiche del maestro Virgilio Chiti hanno commentato le riuscite sequenze.” (4)Così sciveva il “ Corriere di Sicilia” di Mercoledì 10 maggio 1961 nell’articolo intitolato “ Messo in onda dalla Televisione – Ugo Saitta ne “ La Città Barocca”: “ Quanto diciamo viene anche comprovato dal fatto che il Saitta abbia fatto ruotare nelle sue troupe, quasi sempre gli stessi collaboratori. […] Intendiamo riferirci a Rita Consoli che ha firmato tutta la produzione di Ugo Saitta in qualità di Direttrice di Produzione, al Prof. Giampiero Pucci, al Prof. Giuseppe Beretta diretto collaboratore da diversi anni quale coautore per i soggetti e le sceneggiature ( e per Città Barocca anche dell’ottimo commento parlato) e del M. Chiti, commentatore musicale.”(4)

Per non lasciare in ombra, in questo articolo, il personaggio di Rita Consoli nel contesto collaborativo col marito nell’ambito dell’attività cinematografica giornalistica, riportiamo due episodi tratti dal libro di De Filippo, che mettono in chiara evidenza la portata professionale della moglie di Ugo Saitta. Gli episodi: “Più avvincente risulta l’avvenimento varato nell’articolo pubblicato da “ La Sicilia” il 12 giugno 1951[…]. Quando il principe Farouk tenta di lasciare Taormina con il proprio yacht, sarà Rita Consoli a riuscire a rubare una sequenza filmata. Verrà fermata, insieme ad altri reporter, fotografi e giornalisti, ai quali vengono puntate addosso le armi da sparo da parte delle guardie del corpo di Farouk. La Consoli, che si occupava personalmente del caricamento del magazzino della macchina da presa, per mezzo del sacco nero, riesce a scambiare la pellicola impressionata con le preziose immagini con della pellicola vergine, che poi consegnerà alle minacciose guardie del principe egiziano. E’ così che […] riesce a realizzare lo scoop e accredita ancor di più la casa di produzione del marito, Ugo Saitta.

Sicuramente l’impresa giornalistica più sensazionale viene girata da Saitta e dalla Consoli in occasione della morte del bandito Giuliano. […] Di sicuro c’è che Ugo Saitta arrivato nel cortile dell’avvocato Gregorio Di Maria prima che albeggiasse, subito dopo la morte del bandito (almeno secondo la ricostruzione ufficiale che ne danno i Carabinieri), racconta […] che le immagini registrate quella notte non sono quelle montate nel servizio della settimana “ Incom”.(5)

Bibliografia

  1. Franco Lamagna – Ugo Saitta, indomito regista indipendente – Rivista Iniziative Culturali e dita dal Centro Studi “ Pio La Torre” – anno VI, n. del 24 dicembre 2012 – p. 46.
  2. “ Corriere di Sicilia” del 28 giugno 1955 – articolo: Documentari di U. Saitta.
  3. Franco Lamagna – cit. p. 46.
  4. “ La Sicilia” del 6 maggio 1961 – in Alessandro De Filippo – Ugo Saitta – un album di ricordi – analisi di una stagione cinematografica – Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale – Catania 2012 – doc. n. 144 fronte – p. 370.
  5. “ Corriere di Sicilia” del 10 maggio 1961 – in Alessandro De Filippo – cit. – doc. 143 fronte – p. 369.
  6. Alessandro De Filippo – Ugo Saitta – cit. – p. 78.

Nella foto: Ugo Saitta gira “Citta barocca” in piazza Duomo a Catania

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